TUTELA E SALUTE

lunedì 5 aprile 2010

Fattori ambientali inquinanti provocano un aumento dell'83% di malformazioni neonatali nei cittadini campani












Salute. Ricerca ‘made in Italy’ trova l’origine dell’endometriosi. Una malattia che in Italia colpisce tre milioni di donne. Malformazioni neonatali: La percentuale di malformazioni, ogni cento nascite, di bambini concepiti in Campania è di 3,6% Più bassa invece la percentuale di malformazioni nelle altre basi navali all’estero: 2,35%.

Individuata nel feto l’origine dell’endometriosi. Sono state trovate, infatti, cellule di endometrio al di fuori dell’utero di feti femminili già alla 16esima settimana di vita intrauterina, in una percentuale compatibile a quella riscontrata nella popolazione femminile adulta (10-15%). La scoperta, tutta italiana, è stata fatta da Pietro Giulio Signorile, Presidente della Fondazione Italiana Endometriosi Onlus in collaborazione con i ricercatori dell’Università Federico II e della II Università ambedue di Napoli, dell’Università di Trieste e del Cnr di Napoli. L’endometriosi è una malattia che, in Italia, colpisce tre milioni di donne, 14 milioni in Europa e 150 milioni in tutto il mondo, soprattutto donne giovani tra i 12 e i 45 anni, e che ha costi sociali ed economici rilevanti per i sintomi a cui la patologia si accompagna: rapporti sessuali dolorosi, infertilità, dolore pelvico, mestruazioni dolorose e stanchezza fisica. I primi sintomi si manifestano con l’arrivo delle mestruazioni, quando nell’ organismo femminile cominciano ad attivarsi i fattori di crescita, tra cui gli estrogeni. Dello studio si è parlato questa mattina nel corso di un convegno, “High Tech in Endometriosi ed Infertilità” promosso dalla Fondazione e patrocinato, tra gli altri, dal Presidente della Repubblica. “Sulla endometriosi – spiega ad Apcom Signorile a margine del convegno – sono state postulate molte teorie andate avanti per centinaia di anni, da quando la malattia è stata scoperta per la prima volta nel 1690. Noi ci siamo focalizzati su una di queste teorie, quella embrio-genetica per dimostrarne la veridicità: abbiamo esaminato all’Università di Napoli 36 feti femminili (forniti dall’Università di Trieste) e nell’11% di essi abbiamo trovato cellule di endometrio ectopico, cioè al di fuori della sede naturale che è l’utero. La presenza di tessuto endometriale fuori dall’utero, dà una validazione della teoria embrio-genetica”.

“Dopo 319 – continua Signorile – abbiamo, per la prima volta nel mondo, dimostrato scientificamente l’origine della malattia che passa da cronica a congenita e cioè presente nel soggetto femminile sin dall’età fetale, una condizione che deriva da un minimo disturbo dell’organogenesi dell’apparato genitale del feto e che fa sì, che queste cellule, invece, di stare nella loro sede naturale, si trovino fuori di essa”. Studi su modello animale, ha detto poi Signorile, addebitano la malattia ad una famiglia di geni che presiedono ad un normale sviluppo dell’apparato genitale. “Molto probabilmente – sottolinea – alterazioni di uno o più di questi geni potrebbero essere dovute a fattori ambientali che alterano la loro espressione, come inquinanti o estrogeni, abbiamo riscontrato che esponendo topi a sostanze come bisfenoli provocano malformazioni dell’apparato genitale e forme di endometriosi nei loro discendenti.
Per ora, secondo indagini da noi effettuate, non possiamo parlare di cause familiari, ma su questo siamo ancora nel campo delle ipotesi, ci vorranno verifiche per confermare l’origine genica della malattia. Attualmente siamo impegnati a ricercare il meccanismo che determina il difetto nel feto “. Per il futuro gli sforzi sono tutti orientati per verificare i meccanismi che sono alla base di questo disturbo e, una volta individuati, allora si apriranno tutte le prospettive nella prevenzione, diagnosi e terapia per l’endometriosi.

Gli studi dell'istituto superiore della sanità, ancorchè in ritardo fortissimo, confermano un aumento sino all' 83% delle malformazioni neonatali nei cittadini campani residenti in prossimità di discariche sia autorizzate che abusive.
le malformazioni riguardano sopratutto due sistemi:
*Apparato Urogenitale
*Sistema Nervoso Centrale
Cioè i due sistemi più stimolati alla crecita nel periodo di vita intrauterino e neonatale.
Come Medico cattolico, devo sottilineare che tutte le informazioni, comprese quelle provenienti dalla marina militare USA ( vedi articolo), sono ormai concorde a conformare non solo la prevalente origine da disastro ambientale e di uno statisticamente significato aumento di danni alla salute.
Spesso vengo criticato per usare toni eccesivi, ma si possono toni diplomatici quando ti accorgi di questo immane disastro ambientale?
Di questo Genocidio Intrauterino?
Neanche Hitler è arrivato a tanto
Vigliacco è assasino chi tace e quindi accosente!
Non esiste posto di primario o direttore che possa giustificare Mai il colpevole silenzio su un Genocidio addiritura prenatale.

Antonio Marfella
Tossicologo Oncologo
ISDE NAPOLI (Medici per l'Ambiente)
Difensore Civico Assise di Palazzo Marigliano

domenica 4 aprile 2010

Il "trucco" dell''inceneritore di Acerra



Uno dei principali argomenti ripetutamente proposti dai fautori degli inceneritori, è costituito dall'assunto che il ciclo integrato, pur se virtuoso, non può prescindere a valle da un impianto terminale di incenerimento, dal momento che sarebbe di fatto impossibile riciclare tutto.
Tali tecnologie sono obsolete ormai in tutta l'Europa, che si è data indirizzi di legge precisi volti a rispettare il protocollo di Kyoto e quindi ad eliminare qualunque tipo di impianto più o meno inquinante come gli inceneritori, che in ogni caso aumentano anziché diminuire la produzione di CO2, oltre che cancerogene diossine e pericolosissime nanoparticelle.
Tenedo presente che la portata media annua degli inceneritori/termovalorizzatori necessari (200.000 tonnellate/anno) si chiede invece : di quanti ne avremmo bisogno in Campania?
Proviamo allora a dargli una risposta matematica sulla base della conosciuta produzione di rifiuti giornaliera in Campania, che è di 6500 tonnellate al giorno.
Togliendo il minimo del 40% di raccolta differenziata ed il 30% di umido destinato al compostaggio ne consegue che, in una regione Campania con un minimo di corretto ciclo integrato di rifiuti, ne dovrebbero essere smaltiti ( con inceneritori o Trattamento meccanico biologico BMT) circa 1500 tonnellate al giorno per una valore di circa 500.000 tonnellate all'anno.
La risposta matematica quindi all'interrogativo è che correttamente in Campania dovrebbe funzionare da solo e al massimo a due terzi della sua capacità solo l'inceneritore di Acerra !
L'inceneritore di Acerra è infatti costruito per smaltire oltre 2000 tonnellate al giorno per circa 750.000 tonnellate all'anno!
Perchè in Campania invece gli inceneritori ancora da costruire, anziché da smantellare, sembrano l'unica ed indispensabile "soluzione finale", di triste reminiscenza nazista anche come proposta verbale? Dove è il trucco?
In un autentico gioco da "zecchinetta", degno degli operatori assunti dai politici per la raccolta differenziata porta a porta ma che non debbono lavorare, come testimoniato dal Commissario Catenacci.
A "zecchinetta" per vincere tutto il denaro del banco occorre entrare in possesso della carta più alta.
A "NapoLeonia" (dal "Profeta" Italo Calvino) vince tutto e "sbanca" il banco, incassando gli infiniti miliardi pubblici, non chi fa l'impianto migliore, destinato come in tutta Europa alla "soluzione finale" dei soli materiali post-consumo impossibili da riciclare bruciando un contenuto proporzionato al bisogno dopo avere sottratto il materiale riciclato, ma chi lo fa più grande, al preciso scopo di bruciare tutto il contenuto indifferenziato, e quindi tossico, dei nostri sacchetti !
La Campania intera produce circa 6500 tonnellate di rifiuti al giorno che per un anno significa circa 2.250.000 tonnellate.
A pensare male, diceva Andreotti, si fa peccato ma molto spesso ci si azzecca.
Se facciamo quindi tre mega-inceneritori della portata di quello in via di ultimazione ad Acerra (circa 750.000 tonnellate/anno) fanno giusto 2.250.000 tonnellate all'anno. Il gioco sembrerebbe fatto!
E senza perdite di tempo e di risorse nel recupero e riciclo, evitando di fare lavorare gli "amici" assunti per giocare a zecchinetta (quella vera.....), lasciando le discariche senza controllo ai soli rifiuti tossici del Nord, e incassando un mare di denaro pubblico proporzionale alla quantità di rifiuti bruciati : cioè tutti!
E' un pensiero cattivo senza fondamento ?
E allora perché in Italia tutti gli inceneritori già in funzione hanno una portata media di circa 90.000 tonnellate/anno, quindi circa otto volte più piccoli di quello proposto ad Acerra, con la sola esclusione dell'inceneritore di Brescia che deve poi inviare migliaia di tonnellate di ceneri tossiche in Germania comunque ?
E perché in Europa la portata media annua di tutti gli inceneritori censiti al 2002 è pari a circa 150.000 tonnellate/anno , cioè circa 5 volte meno di Acerra?
Perché i citatissimi inceneritori di Vienna sommati tutti e tre (compreso quello ancora in costruzione) non fanno tutti insieme la portata del solo inceneritore di Acerra?
Perché gli inceneritori tedeschi, dove non vogliono più bruciare le nostre false ecoballe, piene di rifiuti umidi tal quale, non superano le 240.000 tonnellate/anno, cioè in ogni caso non più di un terzo di quello di Acerra?
Non è vero, a mio parere, che ci sia mai stata significativa opposizione popolare alla apertura dell'inceneritore "a griglia" di Acerra, progettato quindi per bruciare non certo materiale CDR (Combustibile per rifiuti), ma tutti i rifiuti tal quale.
L'impianto non funziona ancora per i problemi tecnici che si sono venuti a creare per la scellerata decisione di volere a tutti i costi uno degli inceneritori più grandi di Europa in un luogo sbagliato (già colpito a disastro ambientale da rifiuti tossici ), in un tempo sbagliato (tecnologie del tutto superate nel mondo), per bruciare i rifiuti sbagliati (false "ecoballe" di rifiuti tal quale)!
A Modena,l'Ordine dei Medici ha presentato un esposto alla Magistratura penale per contestare l'ampliamento della portata annua del piccolo inceneritore di Coriano (Forlì) da 60.000 a circa 72.000 tonnellata/anno, avendo dimostrato, con studi epidemiologici promossi dalla Comunità Europea, che tali impianti risultano provocare uno statisticamente significativo aumento di varie patologie, e soprattutto di tumori, nei residenti entro un raggio di circa 5 km dall'impianto.
Ad Acerra, se partisse in quella terra già devastata dal cancro e dalle malformazioni congenite provocate dai rifiuti tossici della Camorra e delle Industrie del Nord, il ciclopico impianto da 750.000 tonnellate/anno di incenerimento di pseudo-"ecoballe" di tal quale, cosa dovrebbe fare l'Ordine dei Medici di Napoli?
Chiedere la riapertura del Processo di Norimberga?

Antonio Marfella
Tossicologo Oncologo
ISDE NAPOLI (Medici per l'Ambiente)
Difensore Civico Assise di Palazzo Marigliano